Verecondo Agostino Cottolengo |
Fu così che Don Bosco conobbe Giuseppe Antonio Cottolengo figlio appunto del pittore Agostino e nipote del Beato Giuseppe.
Molti anni dopo Giuseppe Antonio Cottolengo divenne avvocato, ed a lui, in qualità di amministratore del castello di Sanfrè don Bosco si rivolgerà nel 1883 per conoscere se i proprietari – nobili signori portoghesi – erano disposti a venderlo.
Questo è il testo della lettera :
*Torino, 10 dicembre 1883
Mio car.mo Gius. avv. Cottolengo,
Credo che ti ricorderai di questo tuo antico amico Don Bosco che ora
chiede il tuo parere non sulle pandette ma sui mattoni rotti o da rompersi.
Ecco di che si tratta.
Là a Sanfrè avvi un castello che, mi dicono, frutta poco ai proprietari ma
che converrebbe a noi per adattarlo ad una casa di poveri giovani. Un nostro
prete l’andò già a visitare e ne confermò la convenienza, sebbene vi siano
grandi spese a farsi per la riattazione. Ora in tutta amicizia tu puoi dirmi se i
signori proprietari non abbiano difficoltà ad allienare quel castello con un
poco di sito circostante per fare un cortile di ricreazione; e in caso affermativo
tu mi faresti mecenate?
Questo è l’oggetto di questa lettera. Del resto non ti ho mai dimenticato
nelle deboli mie preghiere, ma tu prega anche per me.
Il Signore benedica te, tutta la tua famiglia e il tuo fratello ed abbimi
sempre in N. S. G. C.
Aff.mo amico
Sac. Gio. Bosco
La richiesta non ebbe seguito come ben sappiamo ma , e questa è la curiosità che ho voluto raccontare , per un momento c'è stata la possibilità di legare Sanfrè a San Giovanni Bosco e ai Salesiani.
Alla prossima.