Un'altro difficile argomento che ci viene chiesto di trattare. Ci proviamo sperando di essere chiari e utili per una riflessione seria su un'argomento così delicato.
Partiamo dalla domanda posta :
cosa consiste l'interrzzione volontaria di gravidanza? cosa si rischia? c'è una legge?
L'
aborto è l'interruzione della gravidanza prima che l'embrione sia in grado di condurre vita autonoma extrauterina,
Con
aborto volontario o
provocato si intende l'interruzione della gravidanza indotta con manovre mediche e viene effettuato principalmente per scopi terapeutici o motivazioni mediche, ma in molti casi anche per semplice interruzione volontaria da parte della donna (vedi
legge
del 22/5/78).
Nel caso di interruzione volontaria precoce essa si effettua prima della 12a settimana e le tecniche di aspirazione con vuoto rappresentano il metodo più semplice ed efficace per interrompere una gravidanza. Tuttavia il metodo maggiormente utilizzato è quello dell'
aspirazione con raschiamento, eseguibile tra la prima e la 12a settimana in ambulatorio o in un reparto ospedaliero. Tale procedura può essere eseguita in anestesia generale o locale (blocco paracervicale), quest'ultima integrabile con l'iniezione endovenosa di un oppiaceo o di un tranquillante. La cervice viene dilatata tramite dilatatori, inserendo poi nell'utero una cannula di plastica con l'estremità esterna collegata a un aspiratore in grado di risucchiare il tessuto fetale e placentare in un recipiente sotto vuoto. L'intervento dura meno di 10 minuti, dopo di che il ginecologo raschia l'interno dell'utero con una
curette (strumento simile a un cucchiaio) per assicurarsi che non sia rimasto del tessuto placentare. La guarigione da questo tipo di aborto è rapida, anche se per qualche giorno vanno evitate attività faticose (meglio evitare rapporti sessuali per almeno 3 settimane). Localmente si possono avere lievi emorragie e leggeri crampi per non più di una settimana.
Un discorso a parte meritano i casi di
aborto illegale e cioè non rivolgendosi alle strutture ospedaliere o ai centri delle ASL . Per le condizioni in cui spesso sono eseguiti c'è il serio rischio che si verifichino gravi problemi come la perforazione dell'utero, l'avvelenamento, la sterilità o addirittura la morte della donna.
Ma vediamo invece cosa fare in alternativa se non si vuole avere il bambino perchè per vari motivi non si ritiene di poterlo fare. Se per una qualsiasi grave ragione, non si riesce ad intravedere un po’ di luce in fondo al tunnel in cui ci si trova e non si vuole in nessun modo che questo bambino faccia parte del nostro futuro, è bene sapere che esiste un’alternativa allo strappare una vita dal proprio grembo, togliendo a quella creatura la possibilità di venire al mondo.
L’alternativa nasce dalla ricerca di una soluzione che non leda la libertà di nessuno dei tre protagonisti della vicenda: madre, padre e figlio. Se come madre la decisione di non voler condividere la propria vita con questo figlio può essere irrevocabile e se il padre può aver deciso la stessa cosa o magari essersi defilato o ritenuto non degno di vivere con noi per costruirci una famiglia, bisogna tenere presente però che il bambino oramai c’è e non si può negarlo a se stessi e agli altri, solo perché ancora è ben nascosto!
La possibilità quindi che rimane è una sola. Fare un piccolo sforzo, per sè e per quell’essere umano che non vuole morire, e portare a termine la gravidanza, per poi affidare il neonato ad altri rinunciando al suo riconoscimento e affidandolo a coppie che nella loro vita non hanno potuto avere figli e non aspettano altro che poterne crescere uno amandolo come se fosse il proprio. E' una valutazione che non sempre è facile e allora ci si può rivolgere al numero verde 800-813000 che è di un'associazione che può aiutare in questa difficile scelta.
Spero di essere stato esaustivo e di aiuto.